sabato 17 febbraio 2018

DICEMBRE 2017

         IL GRAFFIO DEL VIAGGIATORE
                                          Per scrittori anarchici... completamente liberi

Anno 2 - numero 36 - Dicembre 2017


Questo mese voglio iniziare con un pezzo di un mio caro amico che mi inviò tempo fa. Ora ho intenzione di andare in Bolivia e tra i vari siti di ricerca ho visto che i voli per la Bolivia sono esageratamente molto cari, e ne ho anche la conferma della mia amica d'infanzia, la quale da parecchi anni vive a Samaipata, quindi sto sentendo il bisogno di arrivarci via bus, e perché no, appunto dal Paraguay... e lo sto sentendo!

 
                                           PARAGUAY, HAY QUE SENTIRLO


È proprio vero quello che dice il ministero del turismo del Paraguay. "Hay que sentirlo". Il Paraguay non è un paese per tutti, prima di partire per questo viaggio, te lo devi sentire dentro. Non perché sia pericoloso o costoso e neppure perchè sia un paese difficile da visitare. Niente di tutto ciò. Però, prima di partire per il Paraguay, devi sentire la voglia di attraversarlo in lungo e in largo, senza aspettative turistiche di grande rilievo. A parte le rovine gesuitiche-guaranì, le distese verdi del nord, fiumi sempre pronti ad esondare e modificare la geografia del Paese e una capitale piuttosto anonima, il Paraguay ha ben poco da offrire. E allora cosa ci si viene a fare fin quaggiù? Semplice: per riscoprire i veri valori della vita. Riscoprire il valore della comunità, condividendo tutto con tutti, valorizzare cose che da noi oramai sono desuete. Un semplice buongiorno con il sorriso tra le labbra può veramente cambiare il corso della tua giornata. Condividere con estranei il proprio bicchiere di terere' e raccontarsi un po' della propria vita, facendo fluire le ore in maniera semplice e senza troppa fretta. Insomma il Paraguay hay que sentirlo e mi sento felice di averlo sentito. Un paese sconosciuto al turismo di massa, ma che ti accoglie a braccia aperte con le sue strade rosse, i suoi uccelli cinguettanti e soprattutto, con la sua fantastica gente.



Roby B.



                                        GRAFFI di Dicembre


 Bravissima La mia Cristina F. 
Un bel pezzo inciso e diretto.  Sempre con la speranza di cambiare se stessi, in questo caso, sulla fiducia del prossimo, ma come in tutti i suoi pezzi la sua chiave di lettura finale è sempre quello di migliorare se stessa.
 La scrittura è la sua cura.



La magia della Valle d’Elqui (Cile)



Erano anni che sognavo il Cile, non so perché, forse per i diversi libri letti di Isabel Allende o per qualche poesia di Neruda, forse sentivo il richiamo delle Ande
e quando per la strada mi capitava di ascoltare qua e là nel tempo i musicisti con i pan flute mi portavano con la mente in quella lontana terra sconosciuta …
negli anni ho preferito scegliere altre mete, ma il pensiero di questo Paese era sempre lì, in un angolino della mia mente.
Nel tempo ho conosciuto solo una coppia che si era avventurata sin laggiù e non me ne aveva parlato con troppo entusiasmo.
Improvvisamente quest’anno ho deciso di tornare in Sud America e stavolta la tappa in Cile è stata “obbligatoria”.
Avevo letto sulla guida che la Valle de Elqui era un luogo assolutamente imperdibile e qualche testimonianza di turisti sulla magia e il misticismo che pervade questa zona.
Arrivando con il pullman da Santiago attraversando le meravigliose vallate piene di vigneti ne ero già entusiasta : tanto verde, il cielo di un blu intenso e il sole che baciava il tutto!
Dovete sapere che la zona è famosa oltre che per il Pisco (un distillato d’uva) anche per il clima mite tutto l’anno.
Il proprietario dell’ostello ci ha consigliato di esplorare i paesi vicini in autostop senza stare a perdere tempo con i bus e così abbiamo seguito il suo consiglio.
Camminare da soli lungo quelle vallate, in attesa che qualcuno ci desse un passaggio è stato divertente e unico.
Dopo qualche km di camminata sotto il sole, eccolo lì il nostro personaggio : Marcelo, un uomo sui 50,
si ferma alle porte di Montegrande e ci dice che deve passare a casa sua e poi andrà a trovare un suo amico proprio a Cochiguaz e quindi se ci facciamo trovare alla  piazzetta, ci accompagnerà lui.
Increduli di tanta fortuna, gironzoliamo per la chiesa e dopo 20 minuti ecco arrivare il nostro nuovo amico.
Io mi siedo accanto a lui e dopo pochi minuti di chiacchiere si accende una canna e con non chalance ce la offre,
rifiutiamo gentilmente : è mattina, fa davvero caldo e noi dobbiamo ancora cominciare ad “esplorare” il territorio
e penso che fumare non ci aiuterebbe.
Ci racconta della sua vita : fa l’elettricista, si è trasferito da 10 anni a Montegrande da La Serena (una delle maggiori città in Cile),
si trova bene : c’è pace, gente onesta e amichevole, il paesaggio è surreale (tipo quelli dei racconti delle favole).
Fa meditazione da anni e mi racconta anche dei ritiri che organizzano a volte.
Ci tiene a farci conoscere il suo amico e ci porta nella sua tenuta dove troviamo il figlio, il quale ci informa che il padre non c’è al momento.
Immaginate piccoli bungalow di legno davanti un ruscello, immersi nella natura, alberi di frutta (ho mangiato le albicocche più gustose della mia vita!)
e l’acqua limpida. Questo è lo scenario che avevamo davanti e che non mi dimenticherò mai.
A questo punto Diego dato che comunque deve aspettare il ritorno del suo amico, si offre di mostrarci un altro posto speciale in cima alla montagna :  
una pagoda tibetana con tanto di altare, intorno non c’è nessun tipo di abitazione, solo montagne.
Ci sono alcuni operai che stanno costruendo un vero e proprio tempio, Marcelo li saluta e si offre come elettricista per il futuro
e riesce facilmente a lasciare il suo contatto al responsabile (lo dico sempre io che i lavoratori “pratici” lavorano sempre).
Stare lassù mi ha fatto sentire in Tibet (anche se non ci sono mai stata, penso che la sensazione deve essere simile),
sentirsi in cima al mondo, vicino alle stelle… e comunque pare che tutto sia partito da un monaco tibetano che è venuto lì
e da lì la costruzione dello stupa.
Diego ci accompagna anche in altri posti recintati, tranquillamente apre i cancelli, e guida su strade sterrate dove ammiriamo panorami straordinari.
Grazie a lui abbiamo visto luoghi dove da soli da turisti non saremmo potuti arrivare, ci ha dedicato una mattinata intera mostrandoci con entusiasmo la sua zona
e “aprendoci” il suo cuore e tutto questo per il piacere di conoscere, di stare insieme e condividere delle ore con noi.
E’ così bello questo rapporto primordiale tra essere umani, l’accogliere senza remore lo straniero e aprirsi a lui.
Ci siamo salutati come vecchi amici e poi ognuno ha preso la sua strada.
Spero di incontrare ancora tanti Marcelo nella mia vita e spero anche di diventare come lui un giorno
(crescere in una grande città ti porta ad essere diffidente sul dare i passaggi in macchina agli sconosciuti) e fidarmi della gente occidentale come faccio quando viaggio.
In Cile ci siamo affidati diverse volte all’autostop (soprattutto nell’isola di Chiloè) ed è stato divertente ed istruttivo,
ogni volta scoprire una persona nuova con la sua personalità e la sua storia e vedere come la gente è ancora felice di porgerti una mano anche se non ti conosce,
abbiamo molto da imparare da loro, ogni viaggio una lezione, alcune sono nuove altre si ripetono.

Cristina F.


MARICARMEN

1' Parte




Sono a San Antonio de El Estrecho in Perù, in questo periodo, solo due mesi all'anno, il fiume Rio Putumayo è in secca, è basso di almeno 4 metri (a ottobre non voglio neanche immaginarmi quanto piove) e la Maricarmen, il mercantile che sto aspettando, si è arenato a Flor de Agosto, neanche tanto lontano da qui, ma arriverà solo martedì prossimo e rimarrà qui a El Estrecho fino al 10 di settembre. Un signore mi ha detto che neanche un'ora fa è passato un mercantile colombiano diretto a Leticia, ma non si è fermato e che ne passerà un altro più tardi, ma in ogni caso non si fermerà mai e poi mai sulla sponda peruviana. Senza perdere tempo attraverso il fiume con un peque- peque, le tradizionali canoe degli indios, e vado a chiedere informazioni al mercantile ancorato in Colombia che va verso Puerto Asis, il mio punto di partenza, e mi conferma che davvero ne è appena passato uno, ma non mi avrebbe mai caricato perché trasporta benzina. Continua a dirmi che al massimo in due giorni arriva la Sebastian che va verso il Brasile e torna a Leticia. La signora mi suggerisce che è meglio che mi trasferisca sulla sponda colombiana. Ero già pronto a farlo, quando un'illuminazione mi dice di chiedere quanto tempo ci metterà ad arrivare a Leticia e lei mi risponde: "15 giorni". "Ma come? La Maricarmen ce ne mette "solo" 6 di giorni ". 
"Certo, perché è più piccola e fa meno scali a scaricare durante il tragitto."
No, non ci posso credere, anzi ci devo credere perché sono informazioni dirette da una che lavora sui mercantili e non è una abitante del luogo qualsiasi. Se arrivasse lunedì non posso rischiare di arrivare tra quindici giorni al ridosso della mia partenza per Bogotà, anche perché dovrei sempre trovare un volo in tempo da Leticia. Ringrazio le due signore e al ragazzo del mercantile che gentilmente mi invitano a salire sulla loro lancia (così la chiamano loro) diretto a Puerto Asis. Anch'essi arriveranno tra 15 giorni. 
Torno in Perù, pago il passaggio 2 sol peruviani.
Per un ulteriore conferma chiedo alla signora di un negozio, la quale mi fa un buon cambio tra pesos colombiani e sol peruviani, e a suo padre se può chiamare la Maricarmen e in viva voce ascolto la tragica verità: da El Estrecho partiranno solo e non prima del 10 di settembre.
Mi crolla il mondo addosso, ma come dice il grande Simone Moro: " l'impresa più grande, non è arrivare alla vetta, ma portare a casa la pelle."
Non mi resta che prendere il volo El Estrecho- Iquitos per 185 sol, prezzo fisso (super economico) scritto appeso al grande poster alle spalle della segretaria. Non immaginatevi un vero e proprio ufficio, ma una qualsiasi abitazione sulla strada, tra l'altro nel tavolo a fianco stava mangiando con tutta la sua famiglia. Però una cosa tecnica me la fa fare, mi pesa: 74kg e lo segna nel registro. Oggi è sabato e neanche alla domenica volano, e la sfiga ha voluto che il volo di lunedì è già pieno e mi scrive nella pagina del volo di martedì. È un aereo piccolo di 20 passeggeri e avrò modo di vedere l'Amazzonia dall'alto. Certamente il mio sogno di navigare il Rio dell'Amazzoni non svanisce perché lo navigherò da Iquitos all'isola Santa Rosa, dove c'è l'immigrazione peruviana per poi entrare di nuovo in Colombia. 
Come ha detto la signora del mercantile colombiano per ridere e scherzare: "se te gusta la lancia puoi sempre prenderne un'altra da Iquitos...se c'è!
E mi congeda con il classico:
" Que te viaje bien"

È così col cuore 
in pace 
che l'esploratore 
Efficace 
Muore 


È ARRIVATA LA MARICARMEN!!!!
SIII EVVAIIII!!!!
SI AVETE CAPITO BENE LA MARICARMEN, la lancia!

Mi è venuto a cercare il signore che mi cambia i soldi in pesos a sol mentre stavo pranzando, il mio beato pranzo domenicale, e con la sua moto siamo andati di corsa al molo ed eccola lì con un caterpillar gigante a prua, in tutta la sua maestosità. Son salito a bordo tramite una minuscola asse in salita... avevo paura di cadere. Ho parlato col comandante e domani si salpa e arriverò a Leticia tra 8 giorni. Due giorni in più del previsto perché devono scaricare la legna. Gli ho chiesto come mai sono arrivati così presto e mi ha risposto che per fortuna sono stati aiutati da un'altra lancia. Sono andato all'ufficio della compagnia aerea e senza problemi mi ha ridato indietro i soldi. 
Quando dico che sono un ragazzo fortunato è poco! 
Vamos il sogno continua.
Non potete capire come sono contento, urlavo e saltavo dalla gioia per la strada.
E sta anche piovendo, non ho mai amato così tanto la pioggia, almeno si ingrossa il fiume.
Brasile sto arrivando...

La partenza con la Maricarmen è stata un'esperienza unica anche perché ormai era inaspettata. Abbiamo navigato tutto il giorno a 9 nodi. Rimanere sul ponte o muoversi dove ti pare non ha niente a che vedere con la barca veloce seduto stretto tra gli altri passeggeri. 
Due gocce d'acqua con il sole quasi al tramonto ci ha regalato due splendidi arcobaleni. Alla sera il timoniere ha navigato con il faro puntato sul Rio, ma non so fino a che ora (già dormivo sull'amaca) per poi ancorare contro degli alberi per passare la notte.
Alla mattina alle 5:30 siamo salpati per fermarci a La Esperanza per caricare tantissimi bancali di assi di legno fino alle 5 di sera. Dovevamo ripartire subito per andar a caricare altra legna sotto la luce del faro, ma purtroppo il motore ci ha abbandonato, l'arrancator, una parte che da l'energia alla batteria, non funziona più. Tutti gli uomini della Maricarmen a lavoro fino a mezzanotte. Il patron come collante per tenere una fascetta di ferro ha usato una banana e dopo aver tagliato a pezzettini un pezzo di piombo, li ha scaldati in una pentola facendoli diventare liquidi per versarli nella fascetta. Idea geniale!
Una volta raffreddato, toglie la fascetta e rimane il piombo denso.
È già mezzanotte e il patron scalda l'acqua e mi offre un te', ovviamente con un'altra pentola.
Stamattina il marchingegno non ha dato buoni frutti e il motore non da nessun impulso. Nella pace più assoluta arrivano una decina di bufeo, il delfino rosa dell'Amazzonia. C'è chi salta da solo e chi in compagnia, ma riesco a vedere solo il loro corpo superiore grigio. Un delfino insieme al suo gruppo salta sul suo fianco mostrando la sua pancia color rosa. Ad ogni salto i bambini gridavano:" otro!" E io con loro nettamente molto più emozionato... Altro obiettivo raggiunto.
Incredibile alla comunitad nativa La Esperanza, la speranza di partire è vana. Passeremo un'altra notte qui.
Domani arriverà il pezzo nuovo e forse se tutto va bene riprenderemo la navigazione, ma prima a caricare di nuovo, non tanto lontano da qui. Ora agli otto giorni previsti per arrivare a Leticia ne devo aggiungere questi due giorni persi. 
Siamo ancora qua un'altra notte. Stamattina alle 5 il timoniere e il Mestre sono partiti con la piccola imbarcazione della Maricarmen per andare a recuperare l' "arrancator " preveniente da Iquitos con l'aereo, ma per cause meteorologiche non è potuto partire. Ora il timoniel e il suo collega sono a dormire a El Estrecho e speriamo che domani voli il piccolo aereo. Quindi stasera tutti dalla polizia a vedere l'importantissima partita per la qualificazione mondiale Perù-Bolivia. Sono proprio curioso di vedere le loro reazioni.
E sono ancora qua e già...
La sorpresa più grande l'ho avuta quando torno sulla "lancia a fine primo tempo della partita Perù- Bolivia perché stavo morendo di sonno. Partita fiacca senza nessuna emozione. Durante la partita avevo sentito arrivare una barca, ma mai e poi mai mi sarei immaginato di trovarla ancorata al solito posto a fianco alla nostra lancia. Martin, il saldatore della Maricarmen, mi mostra " l'arrancator" e un altro pezzo ancora in cellophanato nella sala macchina con i suoi odori di olio e benzina.  Domani mattina di sicuro si parte. Eccitato dalla notizia torno con lui a vedere la partita, ma non dalla polizia, dove c'è Wi-Fi, ma dall'ufficio della segheria insieme a tutto l'equipaggio e alcuni passeggeri tra l'odore di legno appena tagliato.
La gioia di tutti esplode al primo gol del Perù liberandoci dall'ansia accumulata in questi giorni. Alla mattina seguente alle 5 del mattino mentre le ultime stelle lasciano spazio ai colori dell'alba, miracolosamente si accende il motore e salpiamo. Addio comunidad la Esperanza e addio maledetti moscerini che ti pizzicano lasciandoti immediatamente un puntino rosso di sangue e quel fastidioso prurito impossibile da evitare. Se non amate particolarmente qualcuno lasciatelo nudo 24 ore nell'Amazzonia peruviana, vi assicuro che dopo sei ore si dà fuoco o impazzisce. Finalmente con l'andare della lancia spariscono i moscerini. Ci fermiamo dopo un'ora a caricare l'altra legna alla Comunidad La Florida di etnia Cocuma invece dell'etnia Murui della Esperanza. Hanno già sistemato le assi sulla riva del fiume. Scendo a visitare il villaggio di 53 abitanti più la bambina della mamma che la sta imboccando con le mani del pesce appena pescato e cucinato alla griglia. È curiosa di vedermi in casa sua. Sì perché dopo aver visto il timoniere su, son salito sulla palafitta tramite una scaletta, una semplice asse con dei listelli di legno come gradini. L'indigena mi chiede con gentilezza qual è la mia professione. Quando gli dico che sono un saldatore, pensa che sto lavorando per la Maricarmen e sono costretto a dirgli che sono solo in vacanza, sono un turista. Lei sbalordita mi dice che mai nessun uomo bianco era venuto a La Florida. Sì aveva già visto qualche straniero, ma solo a El Estrecho. Poi scopro dal capitano che sono anche il primo in assoluto a navigare su una lancia da El Estrecho in poi, nel cuore dell'Amazzonia. Mai nessuno si era spinto oltre. Io, il primo nella Storia, il primo esploratore straniero e ad ogni approdo sono il primo a mettere piede e a farmi conoscere dalla popolazione. Tranne in quei sbarchi veloci per far salire o scendere i passeggeri oppure dove caricano e scaricano merci in fretta e furia. A San Martin volevo scendere per comprare dei legumi, ma l'amministratore con prudenza mi ha detto che non potevo scendere perché stavano lavorando. In effetti erano proprio nell'unico passaggio libero a caricare pesce secco, questa volta con il classico odore fetido del pesce seccato da un po' di giorni. Si vede che il nostro ritardo ha avuto il suo effetto collaterale, perché il pesce fresco appena tagliato in due dalla testa alla coda non aveva nessun odore puzzolente come questo. Dopo il lavoro di carico, spariscono tutti nel pueblo per prendere una gigante dinamo per la luce, così potremmo navigare alla notte senza paura che si scarichino le batterie. Sono tentato di scendere, ma per rispetto rimango sul ponte. Quando glielo racconto ai maestri delle scuole che andranno insegnare nella Selva, mi incoraggiano a scendere, ma gli rispondo che sono una persona rispettosa e ascolto quello che mi dicono. Il maestro mi guarda con stima e mi fa un segno di approvazione con la testa.
Sulla lancia si fa colazione alle 8, pranzo a mezzogiorno e cena subito dopo il tramonto alle 6. E che tramonti!
Alla notte sul ponte con l'amaca fa un po' freddino, sono costretto a mettermi perfino la felpa e l'impermeabile e anche la coperta della Turkish Airlines. Addirittura mi chiudo l'amaca come un bozzolo di seta. Ah mamma mia quante bellissime farfalle, di ogni grandezza e colori che si posano senza paura sulle gambe di tutti.
Ultima fermata peruviana a El Alamo. Entriamo in un affluente del Rio Putumayo perché il piccolo villaggio si trova al suo interno dove scendono gli ultimi maestri e i classici carichi per una donna peruviana, una vera e propria business woman che venderà tutto a Iquitos. Ultimo paese peruviano perché d'ora in poi il Rio Putumayo avrà tutte e due le sponde in terra Colombiana. Quindi d'ora in poi sarò ufficialmente un clandestino, visto che ho il timbro di entrata del Perù senza la sua uscita e logicamente non essendoci una frontiera posso dire di essere solo in transito, però vorrei scendere a Tarapaca, dato che ho già il permesso dell'amministratore, a comprare qualche succo, biscotti e qualche lattina di legumi per la mia pasta.
Ormai avrò visto mille Bufeo, i delfini del Rio e anche uno gigante rosa appena entrati in territorio colombiano. Un bellissimo saluto di benvenuto come solo i colombiani sanno fare. Viva la Colombia, viva l'Amazzonia e viva il mio grandissimo viaggio!

fine prima parte ... to be continued
Ivan Ske


                                   Aspetto i vostri Graffi, scrivetemi a ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com

                                                                     I’M STILL FREE  
             I sogni e i progetti di chi non vuole smettere di correre… 
                Scriviamo e lasciamoci andare sempre e ovunque…



Davanti alla cascata La Fin del Mundo a Mocoa, ma che dico davanti, sopra, sì avete capito bene sopra. Non mi era mai capitato dopo ore di cammino trovarmi sopra il salto di una cascata di quasi 50 metri di volo in caduta libera. Sembra davvero di essere alla fine del mondo, visto che all'improvviso il fiume finisce e inizia questo grandissimo salto, invisibile all'altezza degli occhi, si vede solo il panorama mozzafiato delle montagne verdi di fronte e quando ti avvicini, innanzi a te, questo immenso vuoto. Ti senti libero di volare, di continuare, di buttarti perché sei sicuro che oltre c'è qualcuno a braccia aperte pronto ad accoglierti. Libero di non avere paura. 



Ivan Ske

                                               
                                                  IL MURO
Il dolore più grande per un viandante è trovarsi di fronte ad un muro al di là del quale non può andare.

Finora ho navigato il Rio Putumayo sulla sponda colombiana e a Puerto Leguizamo ho dovuto farmi timbrare il passaporto con il timbro di uscita della Colombia perché oltre nell'Amazzonia non c'è nessun ufficio dell'immigrazione tra Colombia e Brasile. Arrivo in un paesino colombiano di fronte a El Estrecho sulla sponda peruviana perché la linea di motoscafi colombiani finisce esattamente qui, siccome non c'è domanda di conseguenza non c'è più nessun servizio. Mi ritrovo spaesato e sono costretto ad andare in Perù. Uh per il timbro del passaporto ora è un casino perché se non hai niente come me, in questo caso in Perù sei clandestino e al confine col Brasile anche se ho il timbro di uscita colombiano sono ormai o passeranno troppi giorni in cui arriverò in Brasile e al confine col rio Putumayo davvero non c'è l'immigrazione colombiana-brasiliana ma al controllo a Piranga (Brasile) mi potrebbero scassare il cazzo e scambiarmi per un delinquente. L'immigrazione c'è solo a Leticia in Colombia, Tatabinga per il Brasile e Isola Santa Rosa per il Perù quindi l'ufficiale dell'immigrazione peruviana di El Estrecho mi suggerisce che mi conviene avere il timbro di entrata del Perù piuttosto che niente, al massimo potrebbero farmi la multa in Brasile in caso di controllo perché non ho il timbro di uscita del Perù ma secondo l'ufficiale è difficile perché io sono solo in transito su un mercantile che batte bandiera peruviana. 
...che storia
E quante emozioni.
Ivan Ske

                             
                                    PROGETTI PER LA VITA

Come potrei mai progettare la mia vita , se non organizzo neanche un vero e dettagliato itinerario dei miei soliti viaggi. 
Qui un esempio di aiuto a un mio caro amico, visto che non sapevo neanche in che tunnel mi fossi infilato.
"Ora sono a Puerto Leguizamo senza wifi e mercoledì ho la barca per El Estrecho sul rio Putumayo in Amazonas (13 ore) ma fa gia' parte del Peru'.
Quando ho chiesto alla bigliettaia se poi posso continuare fino a Leticia mi ha detto che non sa se ci sono delle barche fino al Brasile, ma che posso sempre chiedere una volta arrivato sul posto, pero' mi ha detto che da El estrecho posso volare fino a Iquitos sul Rio delle Amazzoni e da li' e' sicura che c'e' la barca per Leticia. Io non l'avevo mai presa in considerazione, ma non e' una brutta idea. Anche perché il biglietto della barca da Puerto Leguizamo a El Estrecho mi costa 75 euro, piu' i soldi del bagaglio in eccesso. Non e' poi cosi' tanto economico tanto vale che prendo il volo per Iquitos e accorcio il viaggio e di conseguenza i prezzi (certo dipende dal volo) e ho la gioia di navigare il famoso Rio delle Amazzoni.
Cosa ne pensi? 
Non scrivermi fai quello che vuoi, voglio un tuo parere personale".
L'indomani mi scrive tutte le informazioni dei ferries e anche l'oppurtunità di risalire il Rio Napo per poi arrivare fino a Quito e da qui tornare in Colombia. Per fortuna le sue dettagliate e precise informazioni non mi sono servite, grazie alla Maricarmen.   Grazie Roby.
Ivan Ske


                                       PAROLE IN LIBERTA'

                                                  Altro che parole in libertà, un questionario! 

Sono tranquillamente seduto a scrivere il mio diario in piazza a Puerto Asis al tramonto. E' domenica e nelle aiuole della piazza è pieno di festanti colombiani. Mi si avvicina una ragazza con la classica pettorina come ce ne sono tante da noi, come per esempio Save the children ecc. ecc. Con educazione mi chiede se può farmi delle domande. Chiudo la moleskine e ascolto la classica litania imparata a memoria. E' un questionario sull'accordo di pace tra il governo e le FARC e inizia le domande e io rispondo in modo esaustivo. La quinta domanda è: "ha votato Si o No sul'accordo tra il governo e le Farc?" Sorpreso e incredulo mi metto a ridere e gli rispondo che avrei tanto voluto votare, ma purtroppo o per fortuna sono Italiano. Lei stupita, rimane di ghiaccio. Mi guarda con occhi sbarrati e dallo smacco non sa se andare avanti con il questionario o se fermarsi. La rincuoro e gli dico di continuare con le domande. Alla fine mi informa che ne so più io di politica colombiana che tutti gli altri che ha intervistato finora.
Dopo i saluti io, logicamente, ero fiero di me stesso, ero finalmente a tutti gli effetti mischiato con la popolazione locale...agli occhi della gente ero un colombiano!


Ivan Ske

   


                                         VERSI LIBERI

                                            Vado e cado

                                       Solitario nella notte buia, asciugato dai brutti pensieri,
                                             corro spesso controvento, dimenticandomi di ieri.
                                    Trascurato da mille presagi che sovrastano le conclusioni
                                     vado spesso ma poi mi rialzo calcolando le tue tentazioni,
                                    naufragato in un mare nero, dove ogni colore cola a picco,
                                             vedo zombi barcollanti con il sangue di sceicco.
                                                 Adesso grido, con me stesso, sono stanco
                                                               ormai di tutto quanto,
                                 e nelle tenebre mi perdo, ma solo col mio misero manto bianco,
                                       attaccato da mille giudizi, resi noti senza avere dignità
                                                           subisco il fascino di chi lotta,
                                               una guerra personale come se fossi un'atleta.
                                                       Guardo avanti, non mi controllo,
                                                            scatto foto, mentre decollo,
                                                                 cerco, trovo orizzonti,
                                                              sguardi persi senza fonti
                                                             leggo, studio, l'ignoranza,
                                                          tollero tutto senza importanza,
                                                               salto corro vedo e fuggo,
                                                        nascondo sorrisi mentre ti sfuggo,
                                                       penso non dormo, son protagonista,
                                                        di un crimine acceso senza rivista,
                                                           rabbia, terrore, paura scontata,
                                                        ti apro la cena con la prima portata.
                                                             Nasco poeta, muoio soldato,
                                                             terra che vibra colpo sparato,
                                                       ferita nascosta ma rosso scomparso,
                                                        panico immune, dietro al disastro.

                                                                       Pino Bramante


                            
                                 RIFLESSIONE SULLA VITA

Mi ha colpito molto la risposta della mia amica Susy su questo mio video sulla Colombia:

https://www.youtube.com/watch?v=WoAJDMGjb3U 

 Anche questo è bello. Più che altro senza mostrare cose sensazionali illustra la vita e l'energia del posto.
 Questione di gusti e sensibilità....ne parlavo con una amica con cui ho fatto qualche viaggio, accorgendomi di quanto mi è cambiata la visione delle cose crescendo. Non ero così avevo aspettative troppo alte e mi godevo veramente poco le cose fondamentali....

Susy


                            RIFLESSIONE POST VIAGGIO


Dentro la zona più interessante di questo viaggio, chiamata Ennedi, purtroppo solo quattro giorni a zonzo tra questi paesaggi. Spazi infiniti senza presenza umana solo in compagnia del vento e della natura, silenzi assurdi confrontandoli con la nostra quotidianità di vita. 
Ma per avere tutto questo, tante privazioni e molta sofferenza, tanti momenti di confronto interiore, tante riflessioni mentali del perché riusciamo a distruggere tutto quello che ci circonda, salvo poi trovare posti come questo dove la nostra stupidità non è ancora riuscita a comprometterli !
Tornare a casa e rivedere questi momenti mi da ancora una piccola illusoria speranza, che sono sicuro tra  non molto circondato dalle notizie quotidiane che avevo dimenticato per due settimane mi toglieranno anche questo piccolo momento illusorio!




                                                     

 Rudy



ANGOLO DEI LIBRI
INVITO ALLA LETTURA
di Ivan Ske

PREMESSA: 
non è il mio solito invito alla lettura di Tiziano Terzani visto che ne ho già pubblicati altri, ma questo verso fa riflettere sui premi assegnati ai nostri amati libri.

TIZIANO TERZANI

UN'IDEA DI DESTINO
Diari di una vita straordinaria

12 luglio 1996, Genova. Mi spiegano che il premio lo vincerà Stefano Zecchi. La Mondadori contava di vendere tantissime copie, ne ha stampate 100000, ne ha vendute solo 30000 e per smaltire le altre ha investito nel premio: qualcosa come 450 milioni.
Somenzi della Longanesi è disperato.

14 luglio 1996, Pontremoli... per vedere che poi c'è stata l'introduzione di altri criteri oltre a quello del bello: a cominciare da quello della politica (vedi i libri di Luigi Preti, di Andreotti), o l'orribile influenza della tv quando è stato premiato Sgarbi contro un romanzo di Garcia Marquez.
... " Sì, strani tempi i nostri. Eppure ai giovani occorre dare speranze, non far pensare che tutto è già deciso da qualche parte con criteri che non li riguardano. Dove la mediocrità è al potere, dove il denaro compra tutto, anche i premi e l'amore della gente. Dove i giornali sono sempre più pornografici, dove tutto è merce e si fa la ricerca del turismo spirituale, dove i giornalisti accusati di falso vanno per la maggiore"... 
Folco è sempre presente, partecipe e carinissimo: " Valeva assolutamente la pena che venissi. Ho imparato un sacco sulla vita".    


ANGOLO DELLA BATTUTA

Humor sudamericano,anzi equadoriano

C'è un ragazzo che per la prima volta fa l'amore e chiede consigli ai suoi amici e gli raccomandano di non togliersi il preservativo per nessun motivo perché o se no la ragazza rimarrà incinta. Dopo un paio di giorni chiunque si avvicinasse a lui si allontanava con disprezzo: "uh che puzza!" Lui stanco dopo una settimana: " basta non mi interessa se rimane incinta il preservativo me lo levo".

Fredy


                              COSE STRANE DAL MONDO
Foto di Ivan Ske



Punteggio tra una partita di pallavolo a El Estrecho. Le indios non usano i classici numeri, ma questi carinissimi simboli, segnandolo sul marciapiede con un pezzetto di carbone. 


                               una grande energia                                                                sorridere
                     mangiare il mondo                                                                       correre all’orizzonte
             ruggire                                                                                                                   emozionarsi





                                   Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di gennaio



                                   e ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di sognare ... 

perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni

HARIBOL!

2 commenti:

  1. Che onore !!!
    Devi comunque migliorare ancora la grafica Ske!!
    Ti manderò qualcosa dall'Iran x il prossimo GRAFFIO
    Roby

    RispondiElimina
  2. L'onore è tutto mio e de Il GRAFFIO del Viaggiatore!

    RispondiElimina