domenica 21 gennaio 2018

NOVEMBRE 2017

           IL GRAFFIO DEL VIAGGIATORE 
                                        per scrittori anarchici... completamente liberi

Anno 2 - numero 35 - Novembre 2017



In ritardo, ma tento di recuperare i mesi perduti, tempo al tempo...all'africana. Quindi ecco a voi Il Graffio di novembre a gennaio... è sempre un mese freddo dai. Questo mese è dedicato esclusivamente alla Colombia, un paese molto caloroso, ospitale ed educato.


Graffio di novembre

                                               MAMBE'



A Puerto Leguizamo c'è una associazione per gli indigeni Murui. Grazie al libro Millevite di Silvia Di Natale cerco l'addetto alla salute dell'Alisar, Oscar medico tradizionale. Entro in associazione ma lui è fuori. Sono nel patio e tra le sbarre di una finestra comunico con gli indigeni. Quando mi avvicino noto bene che stanno Mambeando. C'è la coca macinata finemente in un coppa di legno e la crema di tabacco. In cortile entrano due ragazzi giovani, il quale uno di loro telefona ad Oscar. Dopo gli chiedo al ragazzo, Jorkins se posso mambeare anch'io. Mi invita subito ad entrare nella sala e il signore a capotavola, tra l'altro uno dei più giovani, mentre gli altri sono tutti anziani, gli dice che prima mi deve spiegare cos’è il Mambe. Si inizia appoggiandosi la crema di tabacco sul dito e a leccarlo, poi si prende un cucchiaio di coca tritata e la si butta in bocca. All'inizio non riuscivo a trattenerla oltre i denti perché mi si scioglieva immediatamente, diventato l’impasto liquido, mentre i Murui comunicano tra di loro con l'impasto in bocca... certo a bocca semiaperta. Quando l'indigeno mi fa una domanda ho ancora tutto, ormai liquido in bocca e gli faccio segno se posso inghiottirlo per rispondere. Mi invita ad andare a vedere il procedimento, a vedere come si fa il Mambe, all'interno dell'enorme capanno. L'entrata è solo uno spazio aperto, non ho visto porte. Al suo interno ci sono poste delle sedie minuscole con lo schienale di legno artigianali e infondo un palco di legno. Sulla destra c'è un braciere dove bruciano le foglie di jarumo e un Murui con un mortaio dove pesta le foglie di coca. Dopo si prende un po' di brace e la si mischia con le foglie di coca macinate e le setaccia con un sacco di yuta e la pongono in un secchio. Deve essere finissima e poi è pronta. Sul palco c'è già una coppa di legno mezza piena di Mambe e ogni volta che il procedimento è pronto, lo aggiunge. A lato c'è anche un sacco nero della spazzatura pieno di foglie di coca secche, da pestare. Ogni tanto si avvicinano gli indigeni per prenderne un cucchiaio, però prima la crema di tabacco, che hanno tutti una boccetta personale, io mi aggiungo a loro. Chiedo ad un altro ragazzo come fa a non far diventare l'impasto liquido in bocca, mi risponde solo che ci vuole esperienza. Neanche il tempo di dirmelo che al prossimo cucchiaio riesco a farlo diventare denso e lo trattengo da un lato della bocca... e riesco anche a parlare! Questa volta la dose era enorme e una volta in bocca ne sbuffo un po'. A loro invece capita che appena aprono bocca gli si forma una nuvoletta verde. Dopo avrò tutta la maglietta sporca di verde del Mambe sulla spalla e su mezzo petto. Arriva Oscar e mi invita ad andare a casa sua ed io ho ancora tutto il Mambe in bocca. Sono le cinque di sera e il capanno era talmente buio che non mi ero accorto di niente, ma appena esco noto tutta la polvere sulla maglietta. Faccio per pulirmi, ma  non va più via. Per fortuna il tragitto per casa sua è brevissimo. Entriamo in una casa di legno, molto spartana e ci dirigiamo nel retro sempre al coperto. Io mi accomodo sulla panchina di legno e lui su una sedia di plastica e inizia a raccontarmi la storia dei Murui e inevitabilmente anche a mambeare. Per ora non vuole che registro, solo più tardi mi darà il consenso. Tra l'altro registrerò anche due canzoni spirituali. Il Mambe ha un odore forte, mai sentito prima, ha un sapore strano, non so come definirlo. Ti rimane tutta la bocca aspra, anche per via del tabacco. E come la cocaina non senti più la sensibilità dei denti e il suo amarognolo. Rispetto lo yagè non ci sono visioni allucinanti e non ha nessun effetto collaterale. Rimani lucido, attivo e concentrato. Infatti grazie al Mambe riesco a capirlo parola dopo parola. Parliamo di tutto: medicina, astronomia e filosofia. È stato suo nonno a insegnargli come si curano le persone, ci sono voluti vent'anni di studio e solo nove anni fa ha avuto l'autorizzazione a curare i pazienti. Ognuno ha il suo destino scritto dalla nascita, quindi suo figlio non ha il dono del curandero. Guarda la mia mano e mi dice che sono un buon amministratore mentre lui è nato per curare, visto che ha un'immensa croce sul palmo della mano. Mi chiede dei soldi per comprare da bere, gli do 20000 pesos e me ne chiede altri per il mambe e gli rendo tutto quello che ho, un altro pezzo da 20000 tenendomi 1000. A dir la verità ho un altro 50000 nascosto in un'altra tasca chiusa con la zip, ma non ci penso minimamente di darglieli. Torna con delle birre e una caraffa d'acqua per me e si continua a Mambeare. Quando gli domando se crede nel paradiso mi risponde che il Paradiso è la terra e che in ogni essere vivente esiste al suo interno Dio. E invece l'inferno esiste, ma non sa dirmi di più. Esce un attimo e quando torna sinceramente mi dice che queste domande è meglio che le faccia ad un prete, così continuo sulla loro Storia. Gli chiedo quante lingue parlano gli indigeni e mi risponde che ogni tribù ha il proprio dialetto, il quale nessun altro gruppo può capire. Gli domando se hanno mai avuto una guerra tra di loro e mi risponde che c'è sempre stato un conflitto per il territorio, ma ormai da quattro anni vive la pace e la tranquillità. C'era un'etnia di guerrieri che a furia di fare guerre, gli altri indigeni si sono radunati e col tempo li hanno fatti fuori tutti, infatti ora questo clan non esiste più. Li hanno praticamente istinti. Ogni dieci minuti si alza per andare a pisciare in un angolo della casa dietro ad altre assi. Mi racconta che qui da lui c'è stato anche un biologo italiano che si chiamava Andrea, per i colombiani è un nome da donna e non smette di ridere.   Oscar è nato a El Encanto ( dove ci passerò io dopodomani) nell'Amazzonia ( ora anche se siamo già nella selva,  Puerto Leguizamo è l'ultimo paese della regione del Putumayo e subito dopo inizia la regione Amazonas) e il suo vero nome è un altro che mi scrive sul mio diario. Hanno anche un alfabeto diverso dal nostro, come per esempio la I come il primo numero romano, si pronuncia come una e gutturale... Difficilissimo da pronunciare. Mi chiede se voglio continuare a mambeare e gli servono 100000 pesos per comprarne altri due chili. Due chilogrammi? No grazie e con gentilezza mi congedo dicendogli: “  Grazie moltissimo del suo tempo prezioso che mi ha concesso, il tempo è così sacro che la lascio con la sua famiglia.” 
Sorpreso, ma soddisfatto della mia risposta mi accompagna alla porta.

Esco che sono arzillo e fresco come una rosa e specialmente molto entusiasta e felice del l'ennesima fantastica esperienza che mi regala il viaggio.

Haribol!
Ivan Ske


tutti coloro che vogliono intervenire con un loro pensiero, argomento, articolo di viaggio e non, sono invitati calorosamente a farlo. Sarà pubblicato sul prossimo numero del Graffio del Viaggiatore.

Grazie mille


ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com


                                     ANGOLO DEI LIBRI
                                                          Invito alla lettura di Ivan Ske

Questo mese voglio suggerirvi un libro per ragazzi. Sono favole sentite con le proprie orecchie da Paolo Valente in diversi villaggi del nord del Benin.

                                       Racconti del vento
                                                         illustrazioni di Sandra Bersanetti

                                                                 PAOLO VALENTE

Gli anziani, nel raccontare questa favola, aggiungono:
- Ora si capisce perché quell'uomo, all'inizio, era terrorizzato alla vista del denaro. Se fuggiva non è perché fosse pazzo. Sapeva bene che i soldi, soprattutto quando sono troppo, portano alla rovina e distruggono le migliori amicizie.


                                         VERSI LIBERI

                                                                  AVREI VOLUTO

                                      Avrei voluto essere più forte d'innanzi alle avversità,
                                        ma la vita è un passaggio che a volte non ha pietà.
                             Avrei voluto realizzare ogni mio sogno percependo le sue brezza,
                                          ma la lingua è patinata e da tanta amarezza.
                                    Avrei voluto essere migliore per far del bene al prossimo,
                                        così da immaginare, senza amore come fossimo.
                                            Avrei voluto tanto, ma mi sarei accontentato
                                       di essere un frutto dolce, lontano da un acerbo passato.

                                                                   Pino Bramante

                                       
                                            IL MURO
IL DOLORE PIU' GRANDE PER UN VIANDANTE E' TROVARSI DI FRONTE AD UN MURO AL DI LA' DEL QUALE NON PUO' ANDARE 


Sono a Leticia nel trapezio amazzonico della Colombia, alle tres fronteras: Colombia, Perù e Brasile. Decido di andare in Brasile a Tabatinga a comprare le Havaianes, visto che le mie infradito filippine le ho regalate al motorista della Maricarmen, il mercantile che mi ha portato fin qui da El Estrecho sul Rio Putumayo e poi sul Rio delle amazzoni. Per andare nella città brasiliana c'è un'unica strada asfaltata con solo due cavalletti di legno sfalsati l'uno dall'altro che delimitano il confine con solo due poliziotti dal lato colombiano, dove sfrecciano a zig zag i motorini. Pazzesco in un metro ci sono due nazioni senza dogana, senza un posto di blocco, semplicemente la stessa via, costruita dagli stessi operai, con lo stesso spartitraffico. Solo che da un lato parlano spagnolo, i colombiani, e dopo un passo i brasiliani che parlano portoghese. Sono curiose anche le insegne dei negozi da un lato scritte in spagnolo e dall'altro in portoghese, come le semplici scritte abierto in spagnolo e aberto in portoghese.  Dopo un giro a Tabatinga, al tramonto, vorrei andare a valle verso il Rio delle Amazzoni e tornare in Colombia, ma dopo un po' ad un motociclista-taxi gli cade un casco legato male dietro e appena torna a raccoglierlo, gli chiedo quanto vuole per portarmi a Leticia e subito mi domanda con quale moneta lo pagherò. Bellissimo anche questo fatto della moneta diversa.  Mi chiede 5 reais, ma ne ho solo 4 e accetta lo stesso. Mi accorgo che non c'è una via che va in Colombia, si blocca la strada ed il moto-taxi torna sulla strada principale da dove sono entrato e gli chiedo come mai è tornato fin qui e mi conferma che solo questa strada è aperta al passaggio delle due nazioni. Incredibile neanche a piedi ci puoi passare dalle altre strade, come se avessero costruito delle case cieche e di fronte ti trovi un muro. Scoprirò nei giorni seguenti che volendo si potrebbe anche attraversare il confine tra le case del villaggio, ma un signore appena mi vede, me lo sconsiglia perchè zona di spaccio e molto pericoloso. Appena sento spaccio, mi vien voglia appunto di andarci, ma per rispetto della gentilezza e della cordialità dei colombiani, cambio strada, tornando nell'unica disponibile.


Ivan Ske



                         PROGETTI PER LA VITA 

       IN QUESTO CASO NON DELLA MIA, MA QUELLO DI UN'INTERA NAZIONE.

Il papa è ormai in tutte le televisioni accese della Colombia per parlare dell'accordo di pace con le Farc e il governo. Sicuramente una difficile riconciliazione tra i guerriglieri e i civili colombiani. Stanno cercando di portare avanti lo stesso progetto di pace in Rwanda, il grande progetto riuscito a meraviglia tra i Tutsi e gli Huti, e anche qui ci stanno riuscendo... aveva ragione il Mahatma Gandhi: "L'odio si vince con l'amore".


Ivan Ske



                    RIFLESSIONE SULLA MUSICA


Mentre ero in un locale notturno a Leticia ho notato questa grande differenza tra la salsa e la musica brasiliana. Al Kahlua la musica è a tutto volume che corrisponde al video della televisione e alterna musica latina con quella brasiliana. Appena mi siedo mi accorgo che la canzone che sto ascoltando, il suo video è girato in Italia! Dai non ci posso credere. Non so perché, ma è sempre un'emozione vedere l'Italia all'estero.  La musica latina parla generalmente sugli amori spezzati, invece la brasiliana è festa allo stato puro, dimentica la tristezza. Infatti in tutte le canzoni brasiliani c'è sempre il ritornello che ti trasporta a sfogarti, a cantarlo a squarcia gola all'unisono e a cappella con il battito a ritmo delle mani è un'emozione un'unica. Infatti, non per niente, a Tabatinga c'è musica dal vivo e qui a Leticia no. La musica va ascoltata, sentendo e vedendo gli strumenti suonare dal vivo con la partecipazione di tutti. E' impossibile rimanere impassibile con la musica brasiliana, è troppo coinvolgente. In America latina, non per niente hanno inventato il Reggaeton, avevano capito che la salsa dopo un po' era troppo antica e la popolazione aveva bisogno di liberarsi. Cento volte meglio il Vallenato che tra l'altro lo ballano come il Forò brasiliano.


Ivan Ske



                                          MUSICA 

                                                   PER CHI VUOLE VEDERLA


https://www.youtube.com/watch?v=iJdEOImLJq0


"La Gringa" di Silvestre Dangond & Juancho de La Espriella



E dopo un Vallenato un po' di Pagode brasilero
e dopo ditemi se questa non vi fa alzare dalla sedia, aprir le braccia e sorridere

https://www.youtube.com/watch?v=c4XeTP11EI8&list=PLPeDSHUfYN02WiBpyMoxykfQlcl1mSCQJ&pbjreload=10


Ivan Ske


                    PAROLE IN LIBERTA'... DI LIBERTA'

Il ragazzo della reception dell'albergo di Leticia mi fa una bella domanda:
"Tu che hai visto tanti Paesi che differenza c'è tra l'Europa e il Sud America?"
Penso giusto 30 secondi e poi di getto rispondo:
"In Europa si lavora per guadagnare soldi per una vita migliore, in Sud America si lavora per guadagnare soldi per sopravvivere."
Mi guarda stupito, non si aspettava una risposta così chiara e veritiera. 
In un discorso talmente grande, ho dato una risposta esaustiva, senza giri di parole. E mi chiede perché siamo un Paese povero. "Assolutamente no" gli rispondo. "Per esempio il Messico ha tutto: petrolio, oro e tanti atri minerali potrebbe essere uno dei Paesi più ricchi del mondo, il problema sono i governi corrotti. Lo stesso discorso vale per l'Africa: hanno i diamanti ecc. ecc. è anche il primo produttore di cacao e il loro abitanti non possono permettersi neanche una stecca di cioccolata, perché per loro costa carissima. I governi pensano più a guadagnare soldi con l'esportazione, piuttosto che aiutare lo sviluppo del proprio Paese. Mi guarda esterrefatto: " Ma sei un politico, hai studiato economia?" 
" No è semplicemente il viaggio, il viaggiare è la mia scuola."  

Ivan Ske

                           L'ANGOLO DELLA BATTUTA
                                            PER DIMENTICARCI DI ESSERE SERI

Sai qual è il colmo di uno che non sa guidare?
Chiamarsi Guido.

Pino Bramante


                         COSE STRANE DAL MONDO 
                                                    LA FOTO DI Ivan Ske



                                             Ambulanza sul Rio Putumayo
  


             una grande energia                                                                sorridere
           mangiare il mondo                                                                       correre all’orizzonte
             ruggire                                                                                                 emozionarsi





Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di dicembre



e ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di sognare ...

perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni

   
  

4 commenti:

  1. Ottimo Ske, vedo che stai prendendo mano con il blog.
    Bellissimo il racconto sul MAMBE'
    A presto
    https://robertoburacchini.blogspot.it/

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    1. a dir la verità no, perché non so come mai mi son trovato l'evidenziatore e togliendolo con il bianco mi son trovato dal Muro in poi tutto evidenziato di bianco giustamente, invece di toglierlo, che tra l'altro non so ancora come si fa, quindi ho dovuto evidenziarlo con gli altri colori. Comunque grazie lo stesso

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  2. Leggere questo blog è sempre un appuntamento imprescindibile !! :-)

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    1. Grazie mille Marco, non sai quanto mi fa piacere leggere le tue parole.Troppo gentile! Lo sai che sei sempre il benvenuto e ogni tuo pensiero o racconto di Viaggio sarà pubblicato...aspetto un tuo Graffio!
      Buona settimana Ivan

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