domenica 18 marzo 2018

GENNAIO 2018

 IL GRAFFIO DEL VIAGGIATORE
                                          Per scrittori anarchici... completamente liberi


Anno 2 - numero 37 - Gennaio 2018


                                                                  IL GRAFFIO DEL VIAGGIATORE 
                                                                  E' UN GRAFFIO TERAPEUTICO
                                                                   E' UN GRAFFIO CURATORE
                                                                           E NON E' UTOPICO


                                                                   IL GRAFFIO... E' IL DOTTORE.


Mese scorso mi sono completamente dimenticato della rubrica della musica, eccola per voi in prima pagina:

                      MUSICA PER CHI VUOLE VEDERLA 

https://www.youtube.com/watch?v=CWrodPMhpdw&feature=youtu.be

Gran bel pezzo, da ascoltare in serenità.
Andrea M.

https://www.youtube.com/watch?v=xYbLEG86Ef8

dammi il potere non a caso dalla Russia...

https://www.youtube.com/watch?v=PTc8X37oJBE

sono curioso se vi prende e sentite l'energia di Shiva
                            

                                     GRAFFI di Gennaio




DESERTO DELL'ENNEDI, CHAD... E IL SUO TEMPO
TEMPO SPAZIO TEMPORALE E TEMPO METEOROLOGICO Vanno di pari passo.
Spazi infiniti, sensazioni di libertà, ma in lontananza un principio di bufera di sabbia...



Arriviamo a questa particolare guelta che ospita gli ultimi esemplari di coccodrilli del Nilo, anche se alimentata da una sorgente di acqua limpidissima, è risultata insufficiente per mantenere un livello adatto ad abbeverare i numerosi cammelli che qui transitano tutti i giorni e così abbiamo trovato tutta la superficie dell’acqua inquinata dalle feci dei cammelli e cosa più grave, abbiamo costatato che è rimasto solo un’esemplare di questi coccodrilli. La nostra guida è già due volte da ottobre che passa di qui e un solo coccodrillo esce dall’acqua per riscaldarsi al sole!
 Per noi possiamo considerarlo un privilegio di vedere l'ultimo esemplare, l'ultimo superstite, ma per me la vedo più come una tristezza!
 I giorni passati all'interno di questa area sono insufficienti rispetto ai giorni occorrenti per gli spostamenti per arrivare e per tornare alla capitale, ritengo che noi abbiamo visto solo il 50% delle potenzialità di quest'area perché ricontrollando le foto sul Web si possono trovare foto di formazioni rocciose che noi non abbiamo visto o che vedevamo in lontananza ma non venivamo portati sempre per il fattore tempo.
Vorrei aggiungere a discolpa di questo tempo prezioso che come forse saprai le situazioni climatiche, specialmente il vento, cambiano continuamente le tracce delle piste e formano nuove dune di sabbia. La conseguenza si è vissuta sulla nostra esperienza, infatti, il GPS sulle vecchie tracce memorizzate trovava dei cambiamenti che si tramutavano in numerosi insabbiamenti o necessitava di aggirare innumerevoli dune per superare dislivelli che le nostre macchine cariche di persone e di materiale non riuscivano. 
Abbiamo perso molte ore del nostro tempo per questi motivi!
Sapevo già in precedenza che la sabbia è traditrice, ma con questa esperienza ho avuto la certezza che è anche le guide più esperte restano ingannate da questo materiale. Ci sono state delle zone che abbiamo catalogato come sabbie mobili, perché all'apparenza il fondo sembrava solido e compatto mentre in realtà dopo poca distanza si rivelava tutt'altra cosa!
Come giustamente c'è stato spiegato per avere la possibilità di restare più a lungo in quella zona, oltre all'aspetto economico, si dovrebbe affrontare anche l'aspetto materiale di allungare le giornate di camping e da questa bellissima esperienza passata, il tutto è molto problematico per le persone e per i mezzi impiegati.
Credo che per questi motivi e per altri, queste zone del Chad resteranno sempre poco battute da turismo di massa, proprio per questo motivo anche se ho dei rimpianti per non aver visto molto di più, sono comunque orgoglioso di aver visitato questa zona così problematica ma anche così affascinante.
Le foto che dovrebbero illustrare il labirinto non saranno mai sufficienti a dimostrare il fascino del luogo, perché si sarebbe potuto salire su dei punti panoramici per fotografare dall'alto questo labirinto, ma non avevamo... tempo!




Rudy




MARICARMEN
2' Parte




A Tarapaca il patron Felipe deve sbrigare tutte le pratiche di frontiera ed io scendo a comprare al supermercato insieme a Vito, un colombiano di Arauca. Anche lui va a Bogota' e gli chiedo come mai viene fino a Leticia, quando c'e' un aeroporto anche qui. Mi risponde che qua costa quattro volte di più il biglietto aereo. Tarapaca è all'interno di una laguna dove ci sono moltissimi delfini che saltano allegramente. In seguito capirò che i delfini ci sono sempre nell'entrate degli affluenti. Finalmente in terra colombiana dopo molti giorni passati sulla sponda peruviana. Al supermercato al sentire: "A la orden" mi si apre il sorriso in automatico. Hanno questo modo di esprimersi eccezionale, mi incanto ogni volta che mi rivolgono la parola con questa grande educazione, gentilezza e dolcezza.
E' un piccolo paesino con le classiche palafitte e appeso a una costruzione di legno c'e' il pirarucù aperto in due a seccare, il gigante pesce del rio Putumayo, ma non puzza per niente talmente e' fresco. Sono enormi, saranno lunghi un metro e mezzo. Quando torno sulla Maricarmen, il capitano non c'è  ancora, ma dopo mezz'ora siamo pronti a salpare. Direzione Brasile!
Usciti dalla laguna siamo già in terra brasilera senza nessun tipo di segnale, neanche il solito affluente.  Il timoniere ordina al ragazzo di cambiare la bandiera sopra al ponte di comando: dalla colombiana passa a quella brasiliana. D'ora in poi il Rio Putumayo si chiamerà Rio Ica, nettamente più portoghese. Io non ci sto più nella pelle, ennesimo Stato e finalmente in quello in cui mi porterà verso il Rio delle Amazzoni.
Arriviamo presto a Piranga, il primo paese brasiliano dove c'e da sbrigare le pratiche di frontiera, ma non quella di immigrazione per il mio passaporto, visto che non c'e' un ufficio immigrazione. Attracchiamo prima del tramonto e il patron scende con tutti i documenti: le cedule, le carte d'identita' dei peruviani e l'unico passaporto... il mio. Quando torna ci dice che la polizia brasiliana ci lascerà partire solo domani mattina dopo il controllo della nave. La prima cosa che mi viene in mente di dirgli è se passare la notte qui è sicuro che nessuno ci salga dentro a rubare, cosa mai pensata fino alle notti scorse, non so neanch'io perché, ma Felipe mi assicura che qui è sicurissimo siccome siamo proprio di fronte alla caserma della polizia e di non preoccuparmi. Infatti alla mattina seguente saranno loro a preoccuparsi...no la polizia, ma il nostro equipaggio, purtroppo.
Alle 8.30 del mattino arriva un motoscafo con la tenente Adriana, una bella donna e due sergenti. Ci chiama a tre alla volta e ci fa mettere in posa per la foto che scatta col suo cellulare. Che bello sentire parlare il portoghese, ha quel accento cosi' dolce e soave. Non saranno tanto dolci quando iniziano a perquisire la lancia. In un istante sotto la botola trovano la tartaruga ancora viva, logicamente essendo un animale protetto, vietatissimo dalla legge e a mia sorpresa mille uova di taricaya. Adesso si' che sono cazzi amari!
Il peggio sarebbe se tutto il carico illegale fosse del patron della lancia, dove potrebbero sequestrarla in un secondo. Per fortuna si fa avanti Gladis , la business woman, e si prende tutte le responsabilità. Io tiro un sospiro di sollievo ... mamma mia stavo già tremando.
Dopo passano al piano superiore e anche in cucina trovano altre uova proibite, queste erano per il vitto dei passeggeri: sequestrate! Alla fine controllano il terzo piano dove c'e la cabina del patron, del timoniere e le nostre sei amache. Anche nella cabina di Felipe sequestrano altre uova e il militare controlla uno ad uno tutti i nostri zaini, ma non gli interessa guardare nelle tasche. Con la mano sente se nelle borse ci sono dei sottofondi. Io avevo gli stivali di fianco, potevo avere un kg di coca che nessuno se ne accorgeva perché non li hanno neanche presi in considerazione. Subito dopo vanno a controllare l'altra lancia colombiana, una petrolera.
Intanto noi facciamo colazione e l'atmosfera si accende. Per sdrammatizzare dico al cuoco che stamattina vaffanculo al mio vegetarianismo  voglio proprio un bell'uovo e tutti si mettono a ridere.
io ringrazio Gladis poiché si è assunta tutta la colpa. L'amministratore ce l'ha con il timoniere perché era scontato che non si poteva portare a bordo una tartaruga viva, infatti un altro gli domanda: "perché non l'hai ammazzata appena hai visto i soldati?" Poi gli animi si calmano e iniziano i racconti di come altre volte sono passati con metodi illegali, per esempio nascondendo le uova sotto ad una cisterna di benzina con un sottofondo a parte. Helmet mi racconta che una volta mettevano la droga dentro agli stomaci dei pesci giganti e nessuno controllava e qui gli dico: "grazie erano altri tempi, quando comandavano i narcos e tutti, compresi i poliziotti e i militari erano corrotti". Annuisce.
Ora i militari decidono che torneranno tra un'ora per un controllo più accurato.
Alle 9.30 arriva un motoscafo con una squadra speciale e un rottweiler. Ribaltano la lancia da poppa a prua, pero' ormai quello che di illegale dovevano trovare l'hanno già trovato al primo semplice controllo. Aprono tutti i teloni, guardano sotto le assi di legno, tra le assi e dentro i sacchi dove c'e' il pesce secco. Sotto tutte le botole, sotto la macchina dei motori, dappertutto, ma non trovano niente. Arrivano ancora nel secondo e terzo piano. A me un militare con il coltellino in mano voleva tagliarmi l'impermeabile del decathlon, poi grazie a Tatiana, una bambina di otto anni gli ha fatto vedere che era solo una copertura. Finita la perseguizione alle 10.30 portano in caserma Gladis con il motoscafo e si riesce anche a scherzare perché gli mettono il salvagente e lei non e' proprio magrolina. Scendono a terra anche il Patron e il timoniere, il quale  si prende le proprie responsabilità della tartaruga. Torna prima Felipe con le bacinelle vuote e dopo le 11:30 anche il timoniere e la donna commerciante. Se la sono cavata con una multa salata. A mezzogiorno la Maricarmen prosegue il suo viaggio in terra brasiliana ed io con essa.
Il rio Putumayo anche se ha cambiato nome è sempre lo stesso con le sue acque placide e lentamente si dirige verso la sua fine. Per diverse ore non esiste neanche un piccolo villaggio, siamo completamente immersi nell'Amazzonia. Gli unici abitanti sono due "lobo o perro de agua" e tantissime specie di uccelli di tutti i colori; bellissimo uno con il petto nero e le mezze ali rosse, di un rosso così acceso da non passare inosservate anche da lontano. Ora capisco gli amanti del birdwatching. I primi villaggi sono una grande delusione, sì sempre costruite con le assi di legno, ma hanno tutte il terribile tetto in lamiera che trattiene il calore, il quale non ne hanno assolutamente bisogno e quando piove sembra che ti stiano mitragliando contro. L'unica cosa positiva che il brasiliano colora le assi coi colori più vivaci. Vito mi spiega che in Brasile ogni villaggio etnico è sovvenzionato dal governo e in base a quanti figli hai, ricevono un mensile. Già da bambino ricevono "la plata".
Con i primi villaggi arrivano delle canoe con gruppi di pescatori brasiliani a barattare i caschi di banane con il gasolio. Scendo ad osservarli da vicino e gli chiedo subito dove siamo e rispondo con il mio primo "obrigado". Qui i pescatori, invece delle lenze a mano come in Colombia e in Perù usano delle comode reti da pesca. Delusione anche questa? Direi di sì. Ma finalmente una piacevolissima sorpresa: su un piccolo "peque-peque" un indios anziano è immobile con una la lancia in mano a fissare il fiume, sta aspettando il grande pesce del Rio e al momento giusto lo infilzerà in un colpo solo...ah questa si che è Amazzonia! 
Il fiume si allarga sempre di più con immense isole nel mezzo e tante belle spiagge fini, con le nuvole che riflettono sull'acqua... Che spettacolo! Specialmente al tramonto quando il sole, tra il serpentone del fiume, capita di tuffarsi nel Rio, lasciandomi completamente a bocca aperta. Arriviamo a Limonero e da lontano con delle luci ci fanno segno che ci sono dei passeggeri da recuperare. Ci fermeremo un'ora perché hanno da caricare più di trenta sacchi di pesce secco.  La Maricarmen naviga tutta la notte senza fermarsi perché il livello dell'acqua è nettamente più profondo e non ci sono rischi particolari, però dopo essere partiti da Limonero alle 23:30 siamo costretti a passare la notte fermi per il maltempo. Al mattino conosco la famiglia appena imbarcata.  Mi immaginavo di parlare un po' di portoghese, invece per una mia delusione personale, sono peruviani e a Limonero parlano solo Ticuna e non sanno il portoghese. Nonostante la mia delusione questo mi fa molto piacere perché gli indigeni mantengono la propria lingua nativa, anche se non i costumi perché ormai si sono civilizzati indossando i nostri abiti. Più ci avviciniamo alla fine del Rio Putumayo o Rio Içá, più mi sale l'eccitazione. Appena sveglio domando al timoniere a che ora arriveremo a imboccare il Rio delle Amazzoni e secondo le sue previsioni verso l'una del pomeriggio. Sono incollato al ponte, non mi schioderò neanche morto. Si sente dalla cucina il solito buon sapore della ottima "comida del cocinero". All'ora di pranzo Miguel mi avvisa che ha sbagliato previsione e ci vorrà un'altra ora. Scendo a mangiare il solito riso con una zuppa di lenticchie, yucca e platano fritto.  Divoro il pranzo per non perdermi neanche un secondo. Un signore dell'equipaggio, sapendo della mia eccitazione, mi prende in giro dicendomi che siamo già arrivati. Mi alzo da tavola con il piatto in mano, anche se so benissimo che sta scherzando. Tra di noi è nata una vera amicizia, sulla Maricarmen siamo tutti una grande famiglia. Che storia, solo a ricordarlo mi vengono i brividi, non li dimenticherò mai. Ognuno con la sua caratteristica diversa, ma tutti uniti nella solidarietà e nella disponibilità verso di me. Primo turista sulla Maricarmen. Il timoniere mi informa che è ancora presto all'ennesima mia domanda fino a quando mi avvisa che dopo la prossima "vuelta" incontreremo il Rio delle Amazzoni. Ho gli occhi solo per l'orizzonte, aspetto questo momento ormai da troppi giorni, di cui ho perso anche il conto. Prima di arrivare al magico momento sulle sponde del Rio Içá spariscono gli alberi e domando a Jonny, il signore della comunidad La Esperanza, socio della falegnameria, se hanno segato tutti gli alberi sul fiume e invece mi risponde che nessuno ha tagliato gli alberi, c'è semplicemente una laguna tra l'erba rigogliosamente verde. In effetti dove l'argine è più basso si vede bene l'acquitrino. Ormai manca pochissimo, ecco l'ultima curva e da lontano finalmente il maestoso fiume più lungo del mondo: il Rio delle Amazzoni! Non ci posso credere, il mio sogno si sta realizzando, ho gli occhi lucidi dalla commozione e solo a pensare a tutte le disavventure per arrivare fino a qua, mi danno una carica maggiore... Perché con tenacia e volontà i sogni si possono realizzare! 
Da lontano vediamo la lancia colombiana, la petroliera che era partita quattro ore prima di noi da Piranga, dal controllo brasiliano, già nelle acque del Rio delle Amazzoni. Che emozione! Dopo tanti affluenti visti entrare nel Rio Putumayo è arrivato anche il nostro momento di sfociare nell'immenso fiume. Il meteo ha voluto che gli ultimi chilometri del Rio Içá fossero grigi, come è grigio ogni momento della fine di qualsiasi cosa nella vita, ma all'ingresso del Rio delle Amazzoni (lo scriverò fino all'infinito, talmente mi piace sentire il suo nome) come per magia spariscono le nuvole e come ogni nuovo inizio è un momento solare e positivo, il sole torna a farci compagnia e a seguire il nostro cammino...il mio viaggio.
Anche le acque del Rio Içá non si mescolano con il Rio delle Amazzoni, si vede benissimo la differenza di corrente e un motivo in più per sapere il momento esatto di quando finalmente inizieremo a navigare il Rio dei miei sogni. Ecco ci siamo quasi, ormai è questione di minuti. Se guardo alla mia destra, l'imboccatura del fiume porta verso la nostra direzione: Tabatinga in Brasile, Leticia  in Colombia fino a Iquitos in Perù. Se mi volto alla mia sinistra il Mitico Rio porta verso Manaus fino a sfociare a Belem nell'Oceano Atlantico. Mancano soli pochi metri, ormai è questione di secondi e finalmente il magico momento sarà arrivato. Ecco il momento inaspettato persino da me, chi l'avrebbe mai detto, e pensare che avevo già il biglietto aereo per Iquitos  in mano, invece eccomi qua. La prua della Maricarmen ha già iniziato a navigare il Rio delle Amazzoni e non riesco neanche ad aspettare che tutta la lunghezza della  "lancia" ci sia sopra a queste acque sporche, rispetto al Rio Içá, che scoppio in lacrime.

https://www.youtube.com/watch?v=SQqI1N0aaSM
qui potete vedere il mio mitico momento: l'incontro con il Rio delle Amazzoni

Ivan Ske 


        tutti coloro che vogliono intervenire con un loro pensiero, argomento, articolo di viaggio e non, sono invitati calorosamente a farlo. Sarà pubblicato sul prossimo numero del Graffio del Viaggiatore.

Grazie mille

ilgraffiodelviaggiatore@gmail.com


                               RIFLESSIONE SULLA VITA

Non importa ciò che hai, come ti vesti, dove abiti o i posti che frequenti. E' importante ciò che sei dentro, la grandezza del tuo cuore, quello dici, cosa ami e come ami, cosa lasci di bello negli altri al tuo passaggio, lascerà  sempre un bellissimo profumo il ricordo. Questo è ciò che conta Tutto il resto è fumo che scompare, la dignità ti aiuta a vivere meglio  🙏

Pino Bramante



                                              PROGETTI PER LA VITA

Quando il VIAGGIO insegna a crescere e a capire se' stessi ad andare avanti.

"Ho perso un po' del piacere di scrivere da quando non scrivo più i diari dei miei viaggi, da quando ho iniziato a creare gli album fotografici ho lasciato nel passato quei momenti  appassionati con cui finivo le mie solitarie serate in viaggio.
A volte si evolve con nuove esperienze che danno soddisfazioni, a discapito magari di altrettante magari meno elaborate, ma più vicine al cuore di chi può leggerle.
Non tornerò indietro anche se ho capito tutto questo, ma proverò ad inventarmi qualcosa da aggiungere nel prossimo diario fotografico del Chad. Un’idea nebulosa è già presente nella mia mente mentre sto scrivendo questa autocritica personale che mi deve servire a migliorare il presente sfruttando il passato, chissà se ci riuscirò, ma almeno ci proverò e già questo sarà un successo.

Rudy


                                       I’M STILL FREE  
             I sogni e i progetti di chi non vuole smettere di correre… 
                Scriviamo e lasciamoci andare sempre e ovunque…

La magia di questi sorrisi alleggeriscono la povertà di un popolo curioso, ma ancora dormiente.
La Isla de Cuba

Saby



                                             IL MURO
Il dolore più grande per un viandante è trovarsi di fronte ad un muro al di là del quale non può andare.

Sono stato ultimamente a Genova per sfondare il muro della razionalità e immergermi in un fine settimana di pura meditazione e canti devozionali col Maestro Sirio e tornando in ostello alla sera mi trovo questo meraviglioso murales:






                                         VERSI LIBERI

                                                           Ed eccomi qua pronto a ripartire, 
                                                                verso questo mondo sporco,
                                                                    dove c è poco da capire,
                                           Dove la calma diventa rabbia e si nutre di vendetta,
                                         quando il buio ci nasconde, per poi andarsene di fretta                                                                                          Dove ogni soluzione può diventar problema, 
                                              mentre brividi di sangue, ci sfiorano la schiena.
                                                  Siamo atomi dispersi nell'universo astratto, 
                                           che svaniscono nell'aria dissolvendosi all'impatto, 
                                         bombe senza polverina che alimentano ogni fuoco,
                                     corri in fretta amico mio che ad ogni guerra basta poco.
                                                   Ed eccoci qua, tra queste luci e tenebre, 
                                                  tra vita e morte, sabbia e polvere di cenere
                                                Tra sogni irrealizzabili che ci spezzano le ali, 
                                              mentre scorrono segreti, che diventano vitali.
                                         Guardiamo in alto per ritrovare l'azzurro del cielo, 
                                         lottando disarmati come guerrieri in un buco nero.
                                              Sorridiamo, spesso anche senza una ragione,
                                     pur trovandoci  perversi sopra un ciglio di un burrone.
                                                       Navighiamo in mari di tempesta,
                                          accarezzano ombre illogiche che spaccano la testa.
                                            Aquiloni senza vento che ondeggiano nell'aria,
                                              vivendo la giornata, atmosfera straordinaria,
                                               burattini manovrati da un sistema bipolare, 
                                          che ci orientan verso strade, ancora da esplorare.

                                                                          Pino Bramante





                                                             Quando leggo Il Graffio... sanguino

                                                                       Pino Bramante 




IL VIAGGIO IMMAGINARIO È QUELLO CHE HAI SEMPRE SOGNATO E CHE NON HAI MAI

REALIZZATO …

QUELLO CHE PRENDE FORMA DI NOTTE E AL RISVEGLIO SI DISSOLVE NELLA MENTE


MA IL VIAGGIO IMMAGINARIO È ANCHE QUELLO DENTRO NOI STESSI
SENZA DUBBIO IL VIAGGIO PIU' PERICOLOSO ED AFFASCINANTE SI POSSA FARE …
QUELLO CHE SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE QUALCOSA CHE NON VA IN TE …
SCAVA SCAVA TROVI SEMPRE STRADE NUOVE … STRADE CHE PERCORRI CON

CORAGGIO E TI CAMBIANO LA VITA …


UN VIAGGIO CHE TI DA UNA FORZA MAI AVUTA PRIMA … CHE APRE PORTE

IMPOSSIBILI …

SCONFIGGE ANTICHE PAURE … E CI AIUTA A CAMBIARE … A MIGLIORARE
LASCIAMOCI ANDARE AL NOSTRO VIAGGIO IMMAGINARIO …

MA NON è BISOGNA VOLERLO!

https://www.youtube.com/watch?v=GdxUIZOzd5E&feature=share

Il Viaggio Immaginario di Ivan Ske


Il 13 marzo 1784 a Brugherio volò per la prima volta in Italia una mongolfiera.
In onore della mia città sorvolerò il mondo con questo pallone aerostatico. Ormai va di moda sorvolare la Cappadoccia, la valle dei templi di Bagan, il Grand Canyon e molti altri luoghi turistici del pianeta.
Io con la mia Mongolfiera volo libero nell'aria senza un minimo d'inquinamento, anche di quello acustico, non si sente quel rombo assordante che tanto attirò la mia attenzione da bambino sognando un giorno di volare. Parto in solitaria nel mio piccolo cesto dalla Villa Fiorita di Brugherio, a tutto gas decollo verso le Alpi e attraverso tutta la sua splendida catena montuosa. Dall'alto riesco a vedere le sorgenti di tutti i fiumi importanti del nostro Paese e da piccoli ruscelli crescere nella loro immensità. Su ogni cucuzzolo ergono le maestose fortezze con le loro torri merlate. E' affascinante vedere i castelli dall'alto, vedere i loro alti muri incrollabili a qualsiasi colpo di cannone. La natura si esalta nel suo color viola nella fioritura della lavanda in Provenza e si colora di tutti i colori dell'arcobaleno nella distese pianure olandesi grazie ai mille tulipani.
Scopro che anche il mare ha mille sfumature, dal blu più scuro delle profondità dell'Oceano ai colori più chiari, trasparenti, turchese e verde smeraldo oppure nero come la lava. Riesco a vedere dentro ai crateri dei vulcani il magma rosso acceso ribollire tutto il suo calore. Posso vedere la nascita della grande onda dell'Oceano, crescere metro dopo metro, abbattersi e sfogare tutta la sua forza contro una scogliera e disperdere l'acqua in mille schizzi. Posso vedere chiaramente i diversi strati colorati delle rocce, tutte le sue sfumature di rosso per poi perdersi in uno, monocromatico, del deserto.
Non solo natura, è meraviglioso vedere anche l'arte urbana delle città, le loro differenti costruzioni urbane, squadrate a isolati come le costruivano i romani e a cerchi come è la città di Milano. E' sottinteso la bellezza delle piramidi e dei disegni delle linee di Nazca e le favolose cascate che dall'alto sembrano inghiottite dalla Terra. Volare in pace, toccare con mano il cielo e i suoi rapaci sfidarti nelle loro acrobazie è semplicemente liberatorio. Volare sulla savana e ammirare il re degli animali dormire spensierato all'ombra e distinguere la rift valley africana è un'emozione eccezionale.  
Peccato che oggi la bellezza vista dall'alta la si può ammirare da un semplice drone, si è perso quella magia, quel romanticismo di volare.
Peccato che questa splendida pace non esista più in Siria dove invece di una bellissima mongolfiera, cadono bombe di questa dimensione... 




ANGOLO DEI LIBRI
INVITO ALLA LETTURA

di Ivan Ske

                  Roberto
             Saviano
                Bacio feroce

Ce li mandiamo in un generico plurale, i baci. Tanti baci.
Ogni bacio però è a sé, come i cristalli di neve. Non è solo questione di come viene dato, ma come sorge: l'intenzione che lo nutre, la tensione che lo accompagna. E poi copme viene ricevuto o respinto, con quale vibrazione - d'allegria, di eccitazione,di imbarazzo - si accoglie...
...I baci feroci non sono classificabili. Possono sigillare silenzio, proclamare promesse, impartire condanne o dichiarare assoluzioni...
...Esistono i baci e poi i baci feroci. I primi si fermano entro il confine della carne; i secondi non conoscono limiti.Vogliono essere ciò che baciano.
I baci feroci non vengono dal bene né dal male. Esistono, come le alleanze.E lasciano sempre un sapore di sangue.


ANGOLO DELLA BATTUTA

Buongiorno oggi previsioni del membro: fuori c'è un tempo del cazzo!

Pino Bramante

                          
                             COSE STRANE DAL MONDO
Foto di Ivan Ske

                                               
                                                 Dolce fatto con le famose uova sequestrate





                         una grande energia                                                                sorridere
                     mangiare il mondo                                                                       correre all’orizzonte
             ruggire                                                                                                                   emozionarsi





                                   Non perdiamoci di vista... l’appuntamento è per il Graffio di Febbraio



                                   e ricordatevi sempre di chiudere gli occhi e di non smettere mai di sognare ... 

perché il viaggio più bello, si trova nei vostri sogni

HARIBOL!

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